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10/11/2025
L'evoluzione tecnologica ha trasformato radicalmente l'esperienza di guida, spostando l'attenzione dalla pura meccanica all'interazione digitale.
Al centro di questa trasformazione si trova il sistema di infotainment, un termine ormai onnipresente nel settore automobilistico. Questa parola, nata dalla fusione di "informazione" (information) e "intrattenimento" (entertainment), descrive nel settore automobilistico, l'insieme di hardware e software integrati nei veicoli moderni per fornire dati, connettività e svago.
Se un tempo il cruscotto ospitava unicamente una radio AM/FM e i controlli per la ventilazione, oggi è dominato da display ad alta risoluzione, interfacce tattili e assistenti vocali.
Questi sistemi non si limitano a gestire la musica o la navigazione, ma agiscono come un vero e proprio centro di comando digitale, interfacciandosi con le funzioni vitali del veicolo e con il mondo esterno. Comprendere l'architettura e le funzionalità di questi sistemi permette di cogliere la direzione verso cui si sta muovendo la mobilità.
Per funzionare, un sistema di infotainment moderno si basa su un'architettura complessa che integra diverse componenti chiave, molto simili a quelle di un computer o di uno smartphone.
Il componente più visibile è il display centrale, spesso un touchscreen capacitivo che varia in dimensione e orientamento (orizzontale o verticale).
A questo si aggiungono spesso un quadro strumenti digitale (Virtual Cockpit) e, nei modelli di fascia alta, display secondari per i passeggeri o Head-Up Displays (HUD).
Meno visibile, ma fondamentale, è l'unità di elaborazione (ECU - Electronic Control Unit) dedicata.
Questa unità contiene un processore centrale (CPU), un'unità di elaborazione grafica (GPU) per gestire le interfacce complesse e le mappe 3D, memoria RAM per l'esecuzione fluida delle applicazioni e memoria di archiviazione (spesso SSD) per ospitare il sistema operativo, le app e i dati delle mappe.
Sono presenti anche moduli radio per AM/FM, DAB (Digital Audio Broadcasting) e ricevitori GPS/GNSS (Global Navigation Satellite System).
Per anni, molti costruttori hanno utilizzato sistemi proprietari, spesso basati su piattaforme robuste come QNX (utilizzato da molti marchi) o kernel Linux personalizzati (come l'AGL, Automotive Grade Linux).
Recentemente, si è assistito a una standardizzazione. La tendenza dominante è l'adozione di Android Automotive OS (AAOS), ma alcune case automobiliste continuano ad usare sistemi proprietari.
Questo non va confuso con Android Auto: AAOS è un sistema operativo completo, installato nativamente nel veicolo (come avviene su Polestar, Volvo e Renault), che controlla direttamente funzioni come il climatizzatore e la navigazione, e permette l'installazione di app (come Spotify o Google Maps) direttamente sull'auto, senza necessità di uno smartphone.
L'infotainment non è un sistema isolato. È connesso alla rete di comunicazione interna del veicolo, nota come CAN Bus (Controller Area Network).
Tramite questa rete, l'infotainment può ricevere dati (velocità, stato carburante, portiere aperte, errori diagnostici) e inviare comandi (regolazione temperatura, impostazione modalità di guida, gestione luci ambientali).
La connettività esterna è garantita da moduli Bluetooth (per chiamate e streaming audio), Wi-Fi (per hotspot di bordo e aggiornamenti) e, sempre più spesso, da un modem 4G/5G integrato.
Questa connessione cellulare abilita gli aggiornamenti Over-the-Air (OTA), il traffico in tempo reale e i servizi connessi.
I sistemi di infotainment moderni aggregano un numero crescente di funzioni, centralizzando l'interazione dell'utente.
È utile distinguere due approcci principali all'integrazione dello smartphone, una fonte di confusione frequente per i consumatori.
Questa categoria include Apple CarPlay e Android Auto.
In questo scenario, il sistema operativo dell'auto è relativamente semplice. Quando l'utente collega lo smartphone (via cavo o wireless), l'infotainment "proietta" un'interfaccia controllata e gestita interamente dal telefono.
Il vantaggio è la familiarità: l'utente ritrova le sue app, la sua musica e i suoi contatti. L'elaborazione avviene sul telefono.
Lo svantaggio è l'integrazione limitata: sebbene CarPlay e Android Auto possano ricevere dati (come il segnale GPS dell'auto), non possono controllare funzioni profonde del veicolo, come il climatizzatore o le modalità di guida (con poche eccezioni su sistemi molto recenti).
Questa categoria include sistemi proprietari (come iDrive di BMW o MMI di Audi) e, come menzionato, il crescente Android Automotive OS (AAOS). Qui, il sistema operativo è completo e autonomo. Le app (Google Maps, Spotify, ecc.) sono installate direttamente sull'hardware dell'auto.
Il vantaggio è l'integrazione totale. L'assistente vocale nativo (es. Google Assistant su AAOS) può eseguire comandi come "Accendi il riscaldamento del sedile guidatore" o "Portami alla prossima stazione di ricarica e preriscalda la batteria". Il sistema non dipende dalla presenza o dalla batteria dello smartphone.
L'infotainment è forse l'area dell'ingegneria automobilistica in più rapida evoluzione, con innovazioni che prefigurano il futuro della mobilità.
Gli assistenti vocali stanno evolvendo grazie all'integrazione di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), simili a ChatGPT.
Marchi come DS Automobiles e Volkswagen hanno già annunciato integrazioni per rendere l'assistente di bordo un vero copilota conversazionale, capace di rispondere a domande complesse o gestire dialoghi fluidi.
L'IA viene usata anche per la personalizzazione: il sistema impara le abitudini del guidatore (percorsi, orari, preferenze musicali, impostazioni del clima) e può suggerire azioni.
La corsa ai display è evidente. Si va verso schermi "pillar-to-pillar" (da montante a montante), come l'Hyperscreen di Mercedes, che fondono quadro strumenti, display centrale e schermo passeggero in un'unica superficie di vetro.
La vera innovazione risiede negli Head-Up Display (HUD) con Realtà Aumentata. Questi sistemi non proiettano solo la velocità, ma sovrappongono icone dinamiche direttamente sul campo visivo della strada.
Ad esempio, una freccia di navigazione appare "fluttuare" esattamente sopra la strada in cui si deve svoltare, o il veicolo che precede viene evidenziato se il sistema di assistenza alla guida rileva un pericolo.
L'adozione del 5G nei veicoli permette aggiornamenti OTA molto più rapidi e robusti (aggiornando non solo le mappe, ma il firmware dell'intero veicolo), streaming video in alta definizione (per i passeggeri) e gaming in-car.
Soprattutto, il 5G è l'abilitatore della tecnologia V2X (Vehicle-to-Everything).
L'infotainment diventa l'hub che riceve e mostra informazioni V2X: l'auto può comunicare con altre auto (V2V, per evitare collisioni), con l'infrastruttura (V2I, ricevendo informazioni sui semafori o lavori in corso) e con i pedoni (V2P).
I costruttori vedono l'infotainment come una piattaforma di servizi. Questo sta portando a nuovi modelli di business basati su abbonamento.
Funzionalità hardware già presenti nel veicolo (come i sedili riscaldati o funzioni avanzate di assistenza alla guida) potrebbero essere attivate o disattivate pagando un canone mensile tramite l'interfaccia dell'infotainment.
Si sviluppa anche l'in-car commerce, permettendo di pagare il parcheggio, la ricarica o il cibo d'asporto direttamente dallo schermo dell'auto.
L'infotainment ha smesso da tempo di essere un semplice accessorio per l'ascolto della musica. Si è evoluto in un sistema digitale complesso, profondamente integrato con la meccanica e la sicurezza del veicolo.
Oggi rappresenta il punto di contatto primario tra l'uomo, la macchina e l'ambiente circostante.
Le tendenze future, dall'intelligenza artificiale alla connettività V2X, indicano che il suo ruolo è destinato a espandersi ulteriormente.
Con l'avanzare della guida autonoma, l'infotainment si trasformerà da sistema di "informazione e intrattenimento" per il guidatore a hub di "produttività e immersività" per il passeggero, ridefinendo completamente il tempo trascorso a bordo.
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