Spia Filtro Antiparticolato: quando e perché si accende

Spia Filtro Antiparticolato: quando e perché si accende | UnipolRental

10/06/2025

L'accensione di una spia sul cruscotto dell'automobile è un evento che può generare apprensione in qualsiasi conducente. 

Tra i vari indicatori luminosi, quello relativo al filtro antiparticolato (conosciuto anche con l'acronimo FAP) merita un'attenzione particolare, specialmente per i possessori di veicoli diesel. 

Comprendere il significato di questa segnalazione, le cause scatenanti e le azioni corrette da intraprendere è fondamentale per la salute del veicolo e per evitare costosi interventi di riparazione. 

Questo articolo si propone di fare chiarezza sull'argomento, con l'obiettivo di spiegare in modo semplice e chiaro cosa indica la spia del filtro antiparticolato, perché si accende e come comportarsi.

 

Il filtro antiparticolato: un guardiano silenzioso dell'ambiente e la sua struttura

Prima di addentrarci nelle problematiche legate all'accensione spia filtro antiparticolato, è utile capire cos'è e come funziona questo componente. 

Il FAP, filtro antiparticolato, o DPF (Diesel Particulate Filter), è un dispositivo che serve a ridurre le emissioni di particolato o polveri sottili (note come PM10) prodotte dalla combustione del gasolio e altamente inquinanti

La sua presenza è standard su tutte le auto diesel conformi alla normativa Euro 4 e successive.

La sua composizione è tipicamente metallica, o in carburo di silicio, e presenta una struttura a nido d'ape con una maglia molto fitta composta da piccole celle. 

Questa configurazione ha la funzione specifica di intrappolare fisicamente le particelle di fuliggine

Più nel dettaglio, i gas di scarico attraversano il filtro antiparticolato dove le microparticelle di particolato vengono trattenute. Queste particelle verranno poi bruciate durante il processo di rigenerazione.

Per quanto riguarda la sua collocazione, è possibile trovare il filtro antiparticolato generalmente nella parte inferiore dei collettori di scarico, quindi all'inizio del sistema di scarico. 

Alcune case automobilistiche scelgono di installare questo dispositivo più lontano dal motore, spostandolo verso la parte terminale dei tubi di scappamento. 

Altre ancora preferiscono montarlo in una posizione più vicina al propulsore; questa scelta mira a sfruttare il calore più elevato dei fumi di scarico in prossimità del motore per favorire una combustione più efficiente delle particelle intrappolate durante la rigenerazione. Con il tempo e l'accumulo di queste particelle, il filtro tende naturalmente a saturarsi

Per ovviare a questo, i veicoli sono dotati di un sistema di "rigenerazione" automatica

Durante questo processo, la temperatura all'interno del filtro viene innalzata (solitamente sopra i 550-650°C, anche se per alcuni sistemi con additivi, come la cerina, la temperatura può essere inferiore, intorno ai 400-450°C) per bruciare il particolato accumulato, trasformandolo principalmente in anidride carbonica e una piccola quantità di cenere incombustibile, ripristinando così l'efficienza del filtro.

 

Processo di rigenerazione

Esistono principalmente due tipi di rigenerazione: passiva, che avviene naturalmente durante la marcia a velocità sostenute e costanti (come in autostrada), quando le temperature dei gas di scarico sono sufficientemente elevate per innescare la combustione del particolato, attiva che è invece comandata dalla centralina motore (ECU) quando rileva un certo livello di intasamento. 

A seconda dell'utilizzo e del modello di auto, il filtro raggiunge un determinato livello di saturazione. In quel momento, per la rigenerazione attiva, la centralina può attuare strategie come la post-iniezione di carburante. 

Un iniettore speciale potrebbe rilasciare del gasolio supplementare nel circuito di scarico o direttamente nel filtro, oppure modificare i tempi di iniezione nel motore per aumentare la temperatura dei gas di scarico. 

Durante questo processo, il regime del minimo del motore potrebbe alzarsi leggermente e le particelle PM10 intrappolate bruciano. Si innesca quindi un processo di pulizia automatica.

 

Differenze tra FAP e DPF

È utile specificare che FAP e DPF sono due sigle che indicano lo stesso tipo di dispositivo ma possono differenziarsi per alcune modalità di funzionamento.

Il FAP (Filtre à Particules), termine spesso associato ai modelli di veicoli a marchio Peugeot e Citroën (ora Stellantis), funziona frequentemente grazie all'ausilio di un additivo a base di cerina

Questa sostanza, contenuta in un apposito serbatoio e miscelata in piccole quantità al carburante, ha il compito di abbassare la temperatura di combustione del particolato, facilitando la rigenerazione anche a temperature dei gas di scarico meno elevate (attorno ai 450°C).

Il DPF (Diesel Particulate Filter) è il termine più generico e spesso si riferisce a sistemi che non prevedono l'utilizzo di additivi

Questi sistemi si affidano unicamente all'innalzamento della temperatura dei gas di scarico per la combustione del particolato, richiedendo temperature più elevate, tipicamente superiori ai 550-600°C. È possibile trovarlo su diversi modelli di auto di vari costruttori.

 

Perché si accende la spia del filtro antiparticolato?

L'accensione spia filtro antiparticolato è il segnale che qualcosa nel processo di gestione del particolato non sta funzionando come dovrebbe

L’icona associata al filtro antiparticolato varia leggermente tra i modelli ma è generalmente riconoscibile: un rettangolo con puntini interni o onde stilizzate. 

La sua accensione comunica due scenari distinti:

  • Rigenerazione in corso: la spia lampeggia durante la fase attiva di pulizia. È un invito a proseguire la guida senza spegnere il motore.
     
  • Problema critico: la spia fissa segnala un FAP intasato o un malfunzionamento. In questo caso, il sistema è vicino al blocco.

Le cause dell’accensione della spia possono, pertanto, essere molteplici e di diversa gravità, andiamo ad analizzarle nello specifico.

  • Guida urbana predominante: brevi tragitti in città impediscono la rigenerazione. Le particelle si compattano, creando un filtro antinquinamento intasato. Se l'auto viene usata spesso ma per percorsi brevi, infatti, il rischio è che il processo di rigenerazione inizi ma non arrivi mai a compiersi del tutto.
     
  • Problemi tecnici: sensori ossigeno difettosi, valvole EGR sporche o basse temperature esterne ostacolano il ciclo di pulizia e possono contribuire a una produzione eccessiva di particolato o a ostacolare il processo di rigenerazione, culminando nell'accensione della spia filtro antiparticolato.
     
  • Manutenzione trascurata: olio motore degradato, o non specifico per veicoli con DPF, o carburante di bassa qualità aumentano i residui carboniosi.
     
  • Guida conservativa: mantenere regimi troppo bassi (sotto i 2000 giri) non fornisce al motore l’energia termica necessaria.

In alcuni casi, la FAP spia motore (la spia generica di avaria motore) potrebbe accendersi in concomitanza con quella specifica del DPF, o al suo posto, indicando un problema più complesso

Un filtro antinquinamento intasato in maniera critica può portare, infatti, a segnalazioni multiple.

 

Cosa fare quando la spia del filtro particolato è accesa?

Quando la spia del filtro particolato si illumina sul cruscotto, la prima azione da compiere è consultare il manuale d'uso e manutenzione del proprio veicolo

Se la spia è di colore giallo/ambra e si è accesa da poco, una possibile soluzione, spesso indicata, consiste nel tentare di favorire la rigenerazione guidando per 15-30 minuti a velocità costante e medio-alta (ad esempio, su strada extraurbana o autostrada), mantenendo un regime motore adeguato.

Se, nonostante questa procedura, la spia rimane accesa, inizia a lampeggiare, o se si accendono altre spie di avaria, è imperativo rivolgersi tempestivamente a un'officina specializzata

Sarà il personale specializzato a sapere come è meglio procedere, il che potrebbe significare una pulizia forzata (o rigenerazione controllata in officina) o, nei casi più gravi, la valutazione per la sostituzione del filtro.

 

Ignorare la spia: rischi e costi di manutenzione e sostituzione

Trascurare l'accensione della spia filtro antiparticolato può avere conseguenze serie

Un filtro antinquinamento intasato a livelli critici compromette le prestazioni (calo di potenza, aumento dei consumi, motore in "recovery mode") e può danneggiare permanentemente il filtro stesso

La sostituzione del DPF è un intervento oneroso che può variare passando da poche decine di euro per kit di additivi per la pulizia "fai-da-te" - la cui efficacia è, tuttavia, limitata nel tempo - fino ad arrivare a qualche migliaio di euro per filtri originali su modelli di alta gamma.

Un'anomalia del filtro antiparticolato non risolta può anche danneggiare altri componenti come il turbocompressore. Il veicolo, tra l’altro, potrebbe non superare la revisione.

In linea di massima, è possibile proteggere il FAP con abitudini di guida e manutenzione mirate:

  • Percorsi rigenerativi: ogni 500 km, affrontare un tratto autostradale di 20 minuti a regime elevato (3000 giri).
     
  • Controlli periodici: verificare lo stato del FAP durante le revisioni. Usare oli motore "low-SAPS" specifici per vetture FAP.
     
  • Carburanti e additivi: scegliere diesel di qualità e prodotti detergenti autorizzati per lo scarico.
     
  • Diagnosi precoce: leggere subito eventuali codici errore con strumenti OBD2 se la spia è intermittente.

Per quanto riguarda la durata, la sostituzione del FAP non ha una scadenza fissa universale ma è generalmente prevista tra i 130.000 km e i 200.000 km, sebbene possa durare anche di più o di meno a seconda dell'uso del veicolo e della manutenzione. 

È sempre bene seguire le specifiche indicazioni riportate sul libretto d’uso e manutenzione del proprio modello di auto.

 

Prevenire è meglio che curare: consigli per la longevità del DPF

La prevenzione, come sempre, gioca un ruolo fondamentale.

  • Stile di Guida: evitare l'uso esclusivo per brevi tragitti. Percorrere regolarmente tratti più lunghi a velocità sostenuta.
     
  • Carburante e olio: usare carburante di buona qualità e olio motore con specifiche "low SAPS" raccomandate.
     
  • Manutenzione regolare: rispettare il piano di manutenzione. Un motore efficiente produce meno particolato.
     
  • Non interrompere la rigenerazione: se ci si accorge che è in corso (aumento minimo, ventola accesa), cercare di non spegnere il motore.
     
  • Attenzione ai segnali: un intervento tempestivo alla prima accensione spia filtro antiparticolato può risolvere il problema con una rigenerazione forzata, meno costosa della sostituzione.

 

Uno sguardo alle auto a benzina: il GPF

È interessante notare che anche le auto a benzina di più recente produzione hanno adottato sistemi simili per il trattamento del particolato. 

Non si chiamano FAP o DPF, bensì GPF (Gasoline Particulate Filter). 

La loro funzione è la medesima: ridurre le emissioni nocive di polveri sottili. La necessità di introdurre il GPF è nata con la diffusione dell'iniezione diretta anche sui motori a benzina. 

Questo tipo di alimentazione, pur migliorando l'efficienza e riducendo i consumi, può portare a una maggiore produzione di particolato rispetto ai tradizionali sistemi a iniezione indiretta. 

Di conseguenza, per rispettare normative sulle emissioni sempre più stringenti, come la normativa Euro 6c e successive, i costruttori hanno introdotto il GPF. 

Il principio di funzionamento è analogo a quello del DPF, catturando le particelle e bruciandole periodicamente, sebbene le temperature di rigenerazione e le strategie possano differire data la diversa natura dei gas di scarico dei motori a benzina.

Questo dimostra come il problema della riduzione del particolato dipenda dal tipo di combustione e dalle tecnologie di iniezione, non esclusivamente dal tipo di carburante.

 

Spia accesa del filtro antiparticolato: un segnale da comprendere e gestire

La spia del filtro antiparticolato rappresenta un campanello d’allarme importante, progettato per salvaguardare l'efficienza del veicolo e contribuire alla tutela dell'ambiente. 

La sua accensione non deve essere fonte di preoccupazione eccessiva, quanto piuttosto un invito a una gestione consapevole della situazione

Comprendere le cause che possono portare all'illuminazione di questo indicatore, agire con la dovuta tempestività e adottare stili di guida orientati alla prevenzione sono tutte azioni che possono sensibilmente allungare la vita utile del filtro, aiutando a scongiurare interventi di manutenzione straordinaria particolarmente costosi.

In contesti di mobilità differenti, come ad esempio le formule di noleggio auto a lungo termine proposte da operatori quali UnipolRental, la gestione di tali aspetti manutentivi può seguire dinamiche specifiche previste dal servizio, offrendo un diverso approccio alla serenità di utilizzo del veicolo

In ogni caso, e indipendentemente dalla modalità di possesso o utilizzo, interpretare correttamente il messaggio veicolato dalla accensione spia filtro antiparticolato permette ai conducenti di adottare comportamenti di guida e strategie di manutenzione più accorte e responsabili. 

Affrontare prontamente una situazione di spia filtro antiparticolato accesa è, in definitiva, la strategia migliore per assicurare il buon funzionamento del veicolo nel tempo, minimizzare l'impatto ambientale e prevenire spese onerose.

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